domenica 18 gennaio 2009

Lo dico sinceramente: ho sempre avuto simpatia per il popolo ebraico, tanto che ho pure visitato lo Stato d'Israele anni fa. Però quello che gli isralieni stanno compiendo nella Striscia di Gaza è un vero genocidio: i morti palestinesi sono già arrivati a 1.200! Vi prego di firmare la seguente petizione per il cessate il fuoco, anche se non penso che servirà a molto:
http://www.avaaz.org/en/gaza_time_for_peace/?cl=171056416&v=2697Altra nota dolente è l'India. Mi dispiace per l'attentato di Mumbay, ma ricordiamo che attualmente l'Unione Indiana è divenuto il quarto paese al mondo per numero di credenti musulmani (per lo più gente povera che cerca nella conversione all'islam un riscatto dal sistema induista delle caste), eppure gli indiani musulmani sono discriminati dalle istituzioni del loro stesso paese (polizia, magistratura e persino parlamentari). La situazione non può essera mantenuta. Se va avanti così, abbandonerò le mie normali posizioni pacifiscte, riconoscendo che la lotta armata di palestinesi e indiani islamici è una forma di guerriglia non differente da quella dei rivoluzionari cubani o dei partigiani italiani e francesi della Seconda Guerra Mondiale.

venerdì 2 gennaio 2009

Cosa non va in fumettolandia

Oggi sono in vena di polemica e dico che una cosa che non va nel nostro ambiente sono gli autori, non tutti gli autori in generale come categoria, è ovvio, ma quelli che si sentono dei grandi artisti toccati da qualche sacro fuoco e non si rendono conto di cadere in quella terrebile mania, tipica peraltro degli intellettuali, di ghettizzarsi da soli.
Parliamoci chiaro: se sei un disegnatore e/o sceneggiatore in attività ormai da anni e magari sei pure un nome noto pluripremiato in Italia e all'estero hai tutti i motivi per sentirti un grande artista, ma quanto sento gente semi-sconosciuta che avrà al suo attivo tipo uno o due albi pubblicati forse per puro caso, fare la manfrina paragonandosi a Moebius o a chissà chi altro mi pare un po' troppo. Inolre vogliamo capirla che se il nostro deve essere un mestiere e non un qualche stravagante hobby, dobbiamo cercare di conciliare esigenze artistiche ed esigenze commerciali. Gente come Mino Milani, Alfredo Castelli, Tiziano Sclavi e Giancarlo Berardi hanno sempre fatto questo. Non ci convine fare gli alitari in un momento di crisi, ma accontentarci dei lavori che ci "passa il convento" come si suol dire.