mercoledì 24 marzo 2010

Anniversario insanguinato

No, non è il titolo di un horror, ma la ricorrenza dello spietato bambardamento Nato sulla Iugoslavia. Nessuno ha speso parole oggi per ricordarlo. Io mi permetto di mettere un link dal blog Balkan Crew. Spero che vi faccia meditare

http://balkan-crew.blogspot.com/2010/03/24-marzo-1999-aggressione-nato-contro.html

mercoledì 3 marzo 2010

Progetti futuri



I primi studi per i personaggi di un mio nuovo fumetto ancora top segret ad opera di Mirko Benotto e Alessandro Cestaro

martedì 17 novembre 2009

Cercasi mangaka italiani






Da quelche tempo si parla global manga, ossia quei fumetti realizzati da auotori occidentali secondo però i canoni dei fumetti giapponesi. C'è chi li ama e chi li odia, eppure esistono autori piuttosto notevoli anche tra chi fa global manga. Penso per esempio a Dany & Dany o a Elena de' Grimani. EF Edizioni ha deciso di aprire una collana di global manga erotici, e sta selezionando autori che vogliano cimentarsi in questo filone. Mandate i vostri lavori a efedizioni@fastwebnet.it Più avanti è un progetto anche un mio fumetto legato ad un genere tipicamente giapponese, ma per ora non vi anticipo nulla.

domenica 11 ottobre 2009

Barack o gli Indios?

Il presidente Obama come saprete già tutti, dopo solo pochi mesi dalla sua elezione, ha già ottenuto il Nobel per la Pace. Non staremo esagerando con tutto questo "messianismo" attorno a Barack? Ricordiamoci che una persona, di solito, non cambia la storia. Abramo Lincoln e Matin Luther King a cui Obama si ispira, avevano dietro di loro un vasto movimento popolare di rinnovamento. Obama sembra invece incarnare un utopia lontana, una sorta di Superman o di Batman che deve rimettere tutto a posto (il guaio è che come Robin e Bat-Girl, Obama ha Bill e Hillary Clinton)
Non sarebbe meglio valutare lo sforzo che stanno facendo in Sud America i Qechua, i Guaranì ed altri tribù Indios? Per la prima volta in Brasile, Bolivia e Venezuela ci sono loro al potere ed anche in Perù si stanno facendo sentire. Riflettiamoci, chi può davvero cambiare le cose, un singolo o un popolo?

domenica 13 settembre 2009

Dedicato a Rom

Non sono il primo a dirlo, ma se Rom continua a lavorare così ,un giorno potrebbe arrivare al gotha degli illustratori italiani, assieme a Toppi e Di Gennaro

domenica 6 settembre 2009

Turchia in Europa: speriamo...

Non tanto per ragioni economiche, ma per il bene delle minoranze etnico-religiose del paese, leggete qua:

Erdogan e i cristiani. Poche promesse, zero fattiVisita a sorpresa del premier turco a Bartolomeo I. Ma come altri gesti distensivi del passato, anche questo rischia di rimanere senza seguito.di Sandro MagisterROMA, 27 agosto 2009 – Samuel Huntington definì la Turchia "un Giano bifronte", non sai mai se amico o avversario dell'occidente.Il medesimo pensiero deve essersi affacciato nella mente di Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, nell'accogliere il 15 agosto scorso il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan in visita all'orfanotrofio e al monastero di San Giorgio di Kudunas sull'Isola dei Principi, nel Mar di Marmara.Era la prima volta che un primo ministro turco si recava nell'Isola dei Principi, tradizionalmente abitata da cristiani, e in un edificio, l'orfanotrofio, la cui proprietà, requisita dalle autorità turche, è stata attribuita al patriarcato ecumenico dalla corte di Strasburgo nel giugno del 2008.Nel corso della visita Erdogan, accompagnato da quattro suoi ministri, ha pranzato con Bartolomeo I e con i rappresentanti delle minoranze religiose in Turchia – greci, armeni, ebrei, siro ortodossi e cattolici – ai quali ha assicurato garanzie contro ogni discriminazione religiosa ed etnica."Il mio prossimo va incontrato con amore perché è anch'esso creatura di Dio", ha detto Erdogan citando una massima di una confraternita sciita, quella dei mevlevi, sorta a Iconio nel XIII secolo con alcune particolarità riprese dal cristianesimo.Richiesto di un commento, Bartolomeo I ha detto ad Asia News: "La presenza di Erdogan ci ha onorato e ci è stata data l’occasione di esporre direttamente i nostri problemi, benché lui ne sia già a conoscenza. Abbiamo invitato il primo ministro alla sede del patriarcato ecumenico e a Halki, ed Erdogan ha ringraziato per l’invito":Halki è un'altra isola in cui ha sede il seminario di formazione teologica del patriarcato ecumenico, chiuso dalle autorità turche nel 1971. Lo scorso 10 giugno, a Bruxelles, Oli Rehn, responsabile per l’allargamento dell'Unione Europea e quindi per un eventuale ingresso della Turchia, ha dichiarato che tale ingresso è subordinato anche alla riapertura di Halki.Entro dicembre del 2009 Erdogan dovrà presentare alle autorità di Bruxelles un resoconto dei progressi compiuti dalla Turchia nell'adeguarsi agli standard necessari per l'ingresso nell'Unione. Per il patriarcato, questo è un motivo in più per sperare che finalmente il seminario teologico di Halki riapra e ritorni alle sue funzioni.Purtroppo, però, è avvenuto più volte che "Giano" abbia rovesciato le attese, mostrando a questa e alle altre minoranze religiose della Turchia il suo volto non amico ma ostile.Per quanto riguarda il patriarcato, ad esempio, lo Stato turco continua a non riconoscergli la sua "ecumenicità" religiosa. Lo tratta alla stregua di un ente locale adibito al culto dei greco ortodossi, retto da un capo che deve essere cittadino turco dalla nascita, privo di personalità giuridica e quindi anche di diritti di proprietà. L'annichilimento del patriarcato – che oggi in Turchia è ridotto a poco più di 3000 fedeli – non ha sinora fatto intravvedere alcuna seria inversione di marcia.Questo vale anche per le altre minoranze cristiane. La comunità più cospicua, quella degli armeni, è stata falcidiata meno di un secolo fa da un genocidio che le autorità di Ankara rifiutano di riconoscere, e oggi ne rimangono poche decine di migliaia, su una popolazione di oltre 70 milioni di abitanti quasi tutti musulmani. I cattolici sono circa 25 mila, con sei vescovi, i siro ortodossi 10 mila, i protestanti di varie denominazioni 3 mila.Come Erdogan, ma non per le stesse ragioni, tutte queste minoranze religiose confidano ardentemente in un ingresso della Turchia nell'Unione Europea. Per esse, tale ingresso comporterebbe il riconoscimento di uno spazio di libertà che in caso contrario temono continuerà ad essere assai compresso.Nella stessa Europa, però, queste loro ragioni ricevono scarsa considerazione. Vi sono governi, tra cui l'italiano e il tedesco, favorevoli all'ingresso della Turchia nell'Unione mentre altri, come quello francese, sono contrari. Sia i primi che i secondi ragionano comunque in termini di interesse nazionale. I calcoli sugli oleodotti e i gasdotti che provengono dai paesi dell'Asia centrale di lingua turca e di religione musulmana, passando dalla Turchia, hanno la preminenza rispetto a quelli riguardanti la libertà religiosa.

giovedì 3 settembre 2009

Che artista è mai questo?
















Ivan Yakovlevic Bilibin, illustratore russo del primo Novecento, noto per aver mescolato elementi dello stile liberty (mutuato dalle famose stampe giapponesi) con temi tradizionali slavi che vanno dalle icone, ai motivi decorativi dell'architettura e delle stoffe. Ha avuto un notevole influsso sulla scuola sovietica dell'animazione.


Questi sono i suoi dati in breve, ma la mia passione per Bilibin nasce da un'altra mia passione, quella per la Russia e l'Est Europa in generale. Una cultura a noi vicina ma che conosciamo poco, come d'altronde anche la cultura bizantina e quella saracena che, sebbene hanno lasciato tracce molto forti nel nostro paese, trascuriamo per dedicarci magari ai celti e ai vichinghi.


Nella mia mente poi Bilibin si somma alle immagine di Sadko, un film sovietico per ragazzi premiato a Cannes, che per me è un vero must del fantastico, insieme ai lavori di Ray Harryhausen. Consiglio a tutti di cercarne qualche spezzone su YouTube.